È davvero una cittadina magica dove tutto può succedere, manca solo il mare (però magari un giorno mi sveglio ed eccolo lì). Beckett avrà sicuramente apprezzato - magari ha scritto qualcosa sui tortelli con la coda? - e secondo me sarebbe stato un luogo particolarmente adatto anche a Donald Barthelme.
è un meraviglioso spaccato di vita vera. che poi uno ci ride su, ma quando ti capita davvero capisci proprio che si è invertito tutto. tutto. capovolto il cielo con il mare, le montagne con le valli, i turttlitt con le sigarette.
Grazie Vicky. È vero, si è invertito tutto, compreso il fatto che, come noi non ascoltavamo loro, adesso loro non ascoltano noi. Ma - da ex fumatore - molto meglio i turtlitt, se non altro.
L'anno prossimo una vaschetta anche per te. Ma come niente dolci civili nella campagna toscana? Comunque, coincidenza, l'ultima volta che ho sentito mia madre, mi fa: «Sabato faccio i cantucci». Ne farà 500, immagino.
Se i cantucci te li mangi da soli, dopo il primo biscotto sei già a posto, ammesso e non concesso che ti siano rimasti ancora dei denti. Se invece vuoi intingerli nel vin santo, abbiamo un problema. Se il vin santo è quello buono, fatto con i contro crismi e magari la "madre" del bisnonno, pucciarci il cantuccio è un atto blasfemo. Molto meglio accompagnare il suddetto vin santo ad un pezzettino di Gorgonzola. Spesso nei ristoranti viene servito un vin santo di bassissima qualità della quale ovviamente non ti accorgi proprio perché ci intingi dentro il biscotto. E comunque a me i cantucci non piacciono.
Lacrime un po’ amare, perché rido e... perché ti invidio.
Invidio come scrivi, il tuo non-politically correct, è comunque petaloso (anche se in questo scritto, a dire il vero, non l’ho trovato).
Invidio come mangi.
Adoro mangiare. Mangiare bene.
Potrei morire questa sera e, esalando un ultimo sospiro, direi: "datemi l'ultimo Turtliiiit" (sbagliandone probabilmente la pronuncia).
Visito i miei genitori una volta a settimana, di domenica. L'orario è sempre sadicamente concordato all'ora di pranzo. Quando inchiodo davanti al loro cancello, la mia macchina risuona di tubi di Pringles comprati all'Autogrill e ingozzati senza dignità mentre guido verso di loro.
Mia mamma è diventata vegana. Sì. Vegana. Finiti quei bei pranzetti della domenica. Game Over.
Ovviamente, chiunque si sieda alla loro tavola diventa vegano.
Col tempo ho imparato a non fare domande sulle pietanze che mi vengono amorevolmente servite. Rimango impassibile anche a termini tipo "parmigiano vegano". I vegani sono maestri degli ossimori, ma non sarò certo io a farglielo notare.
Mio padre è diabetico. O così ha deciso la sua sposa (non lo saprò mai).
Quindi, a tavola, siamo tutti vegani e diabetici.
Settimana scorsa, mentre signora Anziana Madre si faceva beffa di picchi glicemici e trigliceridi, ha preparato delle meringhe. MERINGHE? ho esclamato, mentre mi ripetevo in testa nondirealtronondirealtronondirealtro.
"Ha usato l'eritritolo!" interviene, salvifico, mio padre, con entusiasmo altrettanto finto.
"Oh!" dico annuendo, mentre ne sollevo una con la punta di due dita e la osservo da vicino. Una "meringa" dall'aspetto e peso specifico assolutamente insospettabili.
"Eritritolo e spuma poliuretanica... vegetale!"
Quando il mio povero padre mi ha riaccompagnato alla macchina, gli ho passato dal finestrino un mazzo di tubi di Pringles.
"Vanno nell'indifferenziato. Ah! In uno ne ho lasciate metà. Tranquillo, sono vegane."
Cosa sono cumino, curcuma coriandolo quando puoi avere lardo, acciughe e pancetta? Magari dalle tue parti ne esiste un bel mix in bustina per farsi una tisana. Dopo pasto, che aiuta. Un bell’infuso di coppa.
Ah ah… e io ho riso molto leggendo il tuo commento, in particolare la parte in cui dici "datemi l'ultimo turtliiiit" (si pronuncia così com'è, non puoi sbagliare) e poi per la macchina che risuona di tubi di Pringles. Ai miei un po' di cucina vegana non farebbe male, eh. Ma penso che mia madre sarebbe capace di rendere poco salutare anche una zucchina, tra olio e sale. Però, siccome per adesso vegana non è, ti dico solo questo: usa lardo, acciughe e pancetta come fossero spezie.
Adoro San Paco, vorrei viverci anche io, tutto è possibile. Mi dicono che Samuel Beckett ci avesse soggiornato diversi mesi, trovandosi molto bene…
È davvero una cittadina magica dove tutto può succedere, manca solo il mare (però magari un giorno mi sveglio ed eccolo lì). Beckett avrà sicuramente apprezzato - magari ha scritto qualcosa sui tortelli con la coda? - e secondo me sarebbe stato un luogo particolarmente adatto anche a Donald Barthelme.
Ma che meraviglia e grazie per le risate😍😍😍
Grazie a te per commento e restack, Adriana!
è un meraviglioso spaccato di vita vera. che poi uno ci ride su, ma quando ti capita davvero capisci proprio che si è invertito tutto. tutto. capovolto il cielo con il mare, le montagne con le valli, i turttlitt con le sigarette.
Grazie Vicky. È vero, si è invertito tutto, compreso il fatto che, come noi non ascoltavamo loro, adesso loro non ascoltano noi. Ma - da ex fumatore - molto meglio i turtlitt, se non altro.
E adesso io come sopravvivo fino a trovare un turttlitt, che abito nella campagna toscana e qui di dolci civili manco l'ombra?
L'anno prossimo una vaschetta anche per te. Ma come niente dolci civili nella campagna toscana? Comunque, coincidenza, l'ultima volta che ho sentito mia madre, mi fa: «Sabato faccio i cantucci». Ne farà 500, immagino.
Se i cantucci te li mangi da soli, dopo il primo biscotto sei già a posto, ammesso e non concesso che ti siano rimasti ancora dei denti. Se invece vuoi intingerli nel vin santo, abbiamo un problema. Se il vin santo è quello buono, fatto con i contro crismi e magari la "madre" del bisnonno, pucciarci il cantuccio è un atto blasfemo. Molto meglio accompagnare il suddetto vin santo ad un pezzettino di Gorgonzola. Spesso nei ristoranti viene servito un vin santo di bassissima qualità della quale ovviamente non ti accorgi proprio perché ci intingi dentro il biscotto. E comunque a me i cantucci non piacciono.
Molto interessante, non ne avevo idea.
Sono in lacrime.
Lacrime un po’ amare, perché rido e... perché ti invidio.
Invidio come scrivi, il tuo non-politically correct, è comunque petaloso (anche se in questo scritto, a dire il vero, non l’ho trovato).
Invidio come mangi.
Adoro mangiare. Mangiare bene.
Potrei morire questa sera e, esalando un ultimo sospiro, direi: "datemi l'ultimo Turtliiiit" (sbagliandone probabilmente la pronuncia).
Visito i miei genitori una volta a settimana, di domenica. L'orario è sempre sadicamente concordato all'ora di pranzo. Quando inchiodo davanti al loro cancello, la mia macchina risuona di tubi di Pringles comprati all'Autogrill e ingozzati senza dignità mentre guido verso di loro.
Mia mamma è diventata vegana. Sì. Vegana. Finiti quei bei pranzetti della domenica. Game Over.
Ovviamente, chiunque si sieda alla loro tavola diventa vegano.
Col tempo ho imparato a non fare domande sulle pietanze che mi vengono amorevolmente servite. Rimango impassibile anche a termini tipo "parmigiano vegano". I vegani sono maestri degli ossimori, ma non sarò certo io a farglielo notare.
Mio padre è diabetico. O così ha deciso la sua sposa (non lo saprò mai).
Quindi, a tavola, siamo tutti vegani e diabetici.
Settimana scorsa, mentre signora Anziana Madre si faceva beffa di picchi glicemici e trigliceridi, ha preparato delle meringhe. MERINGHE? ho esclamato, mentre mi ripetevo in testa nondirealtronondirealtronondirealtro.
"Ha usato l'eritritolo!" interviene, salvifico, mio padre, con entusiasmo altrettanto finto.
"Oh!" dico annuendo, mentre ne sollevo una con la punta di due dita e la osservo da vicino. Una "meringa" dall'aspetto e peso specifico assolutamente insospettabili.
"Eritritolo e spuma poliuretanica... vegetale!"
Quando il mio povero padre mi ha riaccompagnato alla macchina, gli ho passato dal finestrino un mazzo di tubi di Pringles.
"Vanno nell'indifferenziato. Ah! In uno ne ho lasciate metà. Tranquillo, sono vegane."
Cosa sono cumino, curcuma coriandolo quando puoi avere lardo, acciughe e pancetta? Magari dalle tue parti ne esiste un bel mix in bustina per farsi una tisana. Dopo pasto, che aiuta. Un bell’infuso di coppa.
Non mi stupirebbe, i salumi sono venerati come divinità e chi non li mangia è guardato con sospetto, quando non apertamente dileggiato.
Ah ah… e io ho riso molto leggendo il tuo commento, in particolare la parte in cui dici "datemi l'ultimo turtliiiit" (si pronuncia così com'è, non puoi sbagliare) e poi per la macchina che risuona di tubi di Pringles. Ai miei un po' di cucina vegana non farebbe male, eh. Ma penso che mia madre sarebbe capace di rendere poco salutare anche una zucchina, tra olio e sale. Però, siccome per adesso vegana non è, ti dico solo questo: usa lardo, acciughe e pancetta come fossero spezie.
Ormai Spiccioli è la punta di diamante del realismo magico postcontemporaneo!
Ah ah, mi piace molto! Potrei metterlo come sottotitolo.
Che ti moderi lo so. E si, ci sono cose per cui potresti essere messo all’indice. Very exciting.
Messo all'indice. Pazzesco.
Sai cosa mi piace più di tutto della tua scrittura? Che del politically correct non ti interessa niente. Evviva.
C'è qualcosa di non politicamente corretto? Neanche me ne accorgo. (Comunque considera che mi trattengo parecchio...).
Potresti sempre coprirti le spalle con il disclaimer "Nessun peluche è stato maltrattato durante la produzione di questo Spicciolo".
Quel peluche sta meglio di me. Gli unici maltrattati, qui, sono gli anziani genitori. Anche quando avevo undici anni.
Puoi dire all'anziana madre di scrivere anche il mio, di nome, nella prossima "confezione regalo"?
Certamente. E tra l'altro così loro ne mangeranno un po' meno (glielo dirò a produzione ultimata).